giovedì 3 maggio 2007

Libertà e Perdono

Ieri sull'Osservatore Romano, organo di stampa ufficiale della Santa Sede, compariva un editoriale che definiva come "terrorismo" le dichiarazioni di Andrea Rivera durante il concerto del Primo Maggio e, più in generale, qualsiasi attacco alla Chiesa.
Io sono una persona "vecchio stile" e mi piace usare le parole per il loro significato. In questo caso, anche per una forma di rispetto verso le vittime di tutti i terrorismi, rossi o neri, islamici o cristiani, nazionalisti o separatisti che siano.
Ma oltre alla questione contingente, non capisco come oltretevere possano fingere (ancora) di dimenticare uno dei valori più rivoluzionari del Cristianesimo: la Libertà. Libertà anche di sbagliare.
La stessa Libertà concessa al Figliol Prodigo o a San Pietro ("Gli disse Gesù: In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte." Matteo 26,34).
Il Cristianesimo si fonda su due grandi pilastri: Libertà e Perdono. Se togliamo il primo, a che serve il secondo?

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