mercoledì 29 novembre 2006

Coerenza turco-vaticana

Prima premessa. Quando era ancora un cardinale, Joseph Ratzinger si era più volte dichiarato contrario all'ingresso della Turchia nell'Unione Europea, per ragioni storiche (assimilando la Turchia all'Impero Ottomano) e religiose.

Seconda premessa. Nelle settimane passate, il premier turco Erdogan, parlando della visita di Benedetto XVI ha più volte espresso l'intenzione di non incontrarlo.

Terza premessa. Pochi giorni fa, la Turchia ha rifiutato (per l'ennesima volta) di aprire il proprio mercato alla parte greca di Cipro. La risposta di Bruxelles non si è fatta attendere: niente Cipro, niente Unione Europea.

Il fatto. Di fronte alla bocciatura dell'UE, Erdogan ha bisogno di un aiuto sul fronte della politica interna per evitare di fare la figura del fallito: eccolo allora pronto a rimangiarsi le sue dichiarazioni e ad accorrere all'aeroporto di Ankara ad incontrare il Papa, sebbene solo per una mezz'ora. Al termine del colloquio, il premier è raggiante e comunica a tutti i giornalisti che il Benedetto XVI è favorevole all'ingresso della Turchia nell'Unione Europea.

Conclusioni. La coerenza cede il passo alla real politik. Non che sia un male in sè cambiare idea, anzi. Che lo abbia fatto un politico navigato come Erdogan poi non mi stupisce affatto. Però dalla massima autorità cristiana uno si aspetterebbe meno contraddizioni. Ed invece da questo punto di vista il Papa si dimostra un capo di stato come tutti gli altri.

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