venerdì 7 dicembre 2007

Una pessima giornata

Solo tre notizie per dare un senso negativo a quest'oggi.

1 - Il bilancio, purtroppo ancora provvisorio, è di due morti e cinque feriti gravi. Mi riferisco ovviamente all'incendio delle acciaierie Thyssen-Krupp di Torino. C'è voluto questo incidente perché si scoprisse la mancanza delle condizioni di sicurezza e dei turni massacranti a cui sono costretti gli operai dell'acciaieria.

2 - La senatrice del Partito Democratico Paola Binetti rischia di affossare il governo non votando la fiducia sul "Pacchetto Sicurezza" per via di una norma anti-omofobia. Prodi si salva solo grazie a Cossiga. Poi, per evitare di scontentare le gerarchie cattoliche, il Ministro per i rapporti con il Parlamento Vannino Chiti si affretta a precisare che tale norma verrà cancellato dallo stesso Governo entro la fine dell'anno.

3 - La Cina chiede all'Italia di non incontrare ufficialmente il Dalai Lama ed il nostro Ministro degli Esteri invece di rispondere con una pernacchia si inchina. Probabilmente D'Alema vuole evitare ritorsioni economiche dal gigante asiatico. Cosa volete che gliene importi dei diritti del Tibet?

4 commenti:

  1. Delle notizie due e tre possiamo sbattercene altamente i coglioni.

    sulla prima invece posto questa lettera pubblicata oggi su Liberazione, cui non c'è bisogno di aggiunger commenti:

    Sono una di quelle che ogni giorno aspettava il proprio compagno tornare dalla Thyssen. La sera, quando faceva il pomeriggio, la mattina quando faceva la notte, il pomeriggio quando faceva il turno di mattina. Tre turni che scandiscono il tempo della vita e ne condizionano le scelte. Perché otto ore non sono mai otto ore, sono dieci, dodici. Perché c'è la linea cinque bloccata, o la quattro, o il forno che non va o è scattato l'allarme giù perché forse qualcuno è venuto a rubare rame e allora sei il capoturno ed è giusto che scendi anche tu con le guardie a vedere che succede. Ma lavoravi alla Thyssen, dove ha lavorato tuo padre, dove a Torino è quasi come la Fiat. Perché le acciaierie sono un mondo duro, ma quando chiuderanno mai i tedeschi! E invece i tedeschi - come in fabbrica tutti chiamano il padrone - hanno deciso di chiudere. Hanno deciso di prendere lo stabilimento di corso Regina e farlo pezzo a pezzo perché c'è la concorrenza dei paesi stranieri e allora è meglio spostare tutti a Terni. I pezzi d'acciaio e pure gli uomini. La notizia ha cominciato a circolare all'inizio dell'anno: chi è più bravo può sperare di andarsene a Terni. Con il tuo lavoro e la tua fabbrica impacchettano anche te, la tua famiglia, la tua vita e ti spostano a Terni. Come se si potessero traslocare gli affetti, le amicizie, le abitudini, il bar dove prendi il caffè la mattina o il salumiere che ti saluta quando vai al lavoro. Ma a Terni ti danno anche una casa (magari col giardino per far correre un cane e un bambino) e di che ti lamenti. Si diventa così migranti del lavoro. Non lavori dove vivi, vivi dove lavori. In molti hanno accettato l'offerta: qualcuno è già partito, qualcuno però deve aspettare che si chiuda la fabbrica di Torino, sennò come si fa. Così il lavoro in fabbrica si fa più duro, i turni più lunghi perché bisogna coprire le ore di chi è andato a Terni o ha trovato fortuna altrove e mica si può assumere qualcuno per pochi mesi se stiamo chiudendo. Eppoi lo straordinario fa sempre comodo. Anche quando diventa l'"ordinario". E non importa se quel pezzo sembra da cambiare, non si cambia un pezzo se la fabbrica deve chiudere. Si aggiusta e se non si può aggiustare, lo si aggiusta comunque, come meglio si può fare. Poi all'improvviso un tubo dell'olio si spacca e tutto brucia. Anche gli uomini. La notizia arriva anche al Tg1 e tiro un sospiro egoista di sollievo perché "lui" è uno di quelli che è riuscito a non farsi impacchettare con il nastro giallo "Terni". Ha trovato un altro lavoro, in un'altra fabbrica a Torino. Non c'era l'altra notte nell'incendio. Ma c'erano le persone con cui ha lavorato per più di dieci anni, c'erano ragazzi che hanno bambini e altri che vorrebbero averne prima o poi. E a casa, davanti alla tv, ci sono ragazze, madri, mogli e fidanzate che piangono di rabbia e di paura. Perché questi sono operai, sono tute blu. E se cadono non ci saranno le medaglie da eroi di guerra. Il governo può cadere sulla sicurezza, cambiano notizia i tg. Con la scarsa sicurezza, a dire il vero, ne cadono ancora troppi.
    Antonella Palermo


    Slobo.

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  2. Non a caso, sono tutte e tre notizie che parlano di diritti negati. E personalmente non me la sento di stilare una classifica di importanza.

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  3. concordo Sand!
    ciao!!!
    Chia

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  4. la lettera è agghiacciante...
    Chia

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