venerdì 25 maggio 2007

La Politica e gli omosessuali

Qual'è uno dei compiti principali della Politica?
Facile: osservare l'evoluzione della società e proporre norme per regolare i comportamenti emergenti. Talvolta, regolare può voler dire vietare, oppure più spesso, mettere dei paletti per evitare che vengano commessi abusi. Quello che la Politica non deve fare è nascondere la testa sotto la sabbia per fingere che qualcosa non esista o non sia meritorio di considerazione.

Che è proprio quello che è stato fatto dai politici nostrani (con l'appoggio di Santa Romana Chiesa) nei confronti delle coppie di fatto. Fingere che non esistano, o che il loro numero sia talmente esiguo da non giustificare una legge ad oc.
Ma la propaganda non va di pari passo con questa visione. Le varie campagne "informative" che negli ultimi mesi sono state messe in piedi (sempre con l'appoggio di Santa Romana Chiesa) hanno puntato alla demonizzazione delle coppie di fatto con argomenti risibili per chi ha un minimo di intelligenza e di spirito critico, ma che comunque hanno fatto presa su un vasto numero di cittadini.

Il risultato è che dalle parole di molti politici traspare una sorta di concessione: "accontentatevi di come stanno le cose e non rompete troppo le scatole con i PACS altrimenti rendiamo illegali le coppie di fatto". Che, va da se, è pura follia. Ma almeno fossero abbastanza coerenti da vietare qualsiasi forma di convivenza fuori dal matrimonio. Ed invece continuano a lavarsene le mani.

Ma cosa avranno mai queste coppie conviventi di così socialmente pericoloso e destabilizzante? Le coppie eterosessuali, niente. Tanto per loro c'è il matrimonio civile, se proprio vogliono regolarizzarsi. Il problema sono gli omosessuali. Che non procreano. Il che, in un paese in deficit demografico come l'Italia, è un grande problema. L'omosessuale diventa così il capro espiatorio di una situazione che ha radici molto più complesse. Chi non fa figli è considerato un "ramo secco" perché non genera nessuno che possa pagargli la pensione. Quindi è un peso morto per la società, alla pari dei finti malati con la pensione d'invalidità e, più in generale, dei parassiti dello Stato.

Eppure, nonostante i pregiudizi e la mancanza di tutele, gli omosessuali continuano a convivere tra di loro. Perché? Sono forse masochisti? Adorano essere maltrattati per poi fare le vittime? No, niente di tutto questo. Semplicemente perché, esattamente come gli etero, si corteggiano, si innamorano e, alla fine, decidono di passare una parte più o meno consistente della loro vita con un'altra persona sotto lo stesso tetto.

Poi, esattamente come gli etero, ci saranno coppie che dureranno un anno, altre che ne dureranno venti o trenta ed altre che conviveranno fino alla morte di uno dei due coniugi. Nelle coppie sposate, il "sopravvissuto" avrebbe diritto alla pensione di reversibilità. Nelle coppie omosessuali questo non si vuole concedere. Molti accampano problemi economici: il già magro bilancio dello Stato verrebbe senz'altro compromesso. Ed allora cosa facciamo? Togliamo la reversibilità anche a tutte le coppie che non hanno figli? E già che ci siamo, perché non la togliamo anche a tutte quelle coppie che di figli ne hanno uno solo?

Se il problema sono le casse dello Stato allora di misure da prendere ce ne sarebbero ben altre. La verità è che il giudizio morale in questo caso si trasforma in punizione legislativa e l'Erario diventa solo un paravento. Quello che molti fingono di non sapere è che un omosessuale è esattamente come un eterosessuale, tranne per il fatto che va a letto con una persona dello stesso sesso. Quindi è indistinguibile, ad esempio sul posto di lavoro o in coda al supermercato. E fintantoché rimane indistinguibile non suscita quella diffidenza del diverso che è alla base dell'omofobia.

Alla gente in fondo importano le apparenze. Come se vietare le coppie di fatto volesse dire trasformare tutti gli omosessuali in etero.

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