- rendere palese che non è possibile fare accordi con il PdL (riuscito a spese di Marini);
- mettere nell'angolo Berlusconi eleggendo Prodi alla Presidenza della Repubblica (fallito grazie ad un centinaio di franchi tiratori);
- proporre Rodotà alla carica di Presidente del Consiglio (obbligando cosí il M5S ad appoggiarlo).
Emma Bonino non raggiungerebbe mai il quorum, Stefano Rodotà significherebbe arrendersi a Grillo e un nome concordato con il PiL sarebbe una resa nei confronti di Berlusconi.
Le dimissioni di Bersani e della Bindi forse possono rallentare il processo di disgregazione ma di certo non fermarlo. Il PD ormai è condannato. Ma questo, al contrario delle apparenze, non può che essere un bene per la sinistra italiana.
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