venerdì 22 novembre 2013

La parodia di un illusionista

"Siamo proprio sicuri che a furia di cercare sicurezza in quello che si conosce o scorciatoie che sono parvenza di innovazione si possa resistere a lungo?"
Questa domanda retorica è tratta dall'ultimo post di Peppe Liberti, scienziato e divulgatore scientifico. Si trova verso la fine di un'amara riflessione sull'editoria italiana per quanto concerne l'informazione scientifica. Ma la situazione che fotografa è quello che io vedo oggi nel nostro paese e non solo.

Dalla rinascita di Forza Italia all'abolizione dell'IMU finanziata con altre tasse; dall'utilizzo di canzoni anni '80 negli spot alla vendita del 3% dell'ENI da ricomprare subito con i soldi dell'ENI stessa; dall'austerità economica continuamente ribadita senza tenere conto della realtà all'aumento di consulenti, esperti e saggi (a proposito, che fine hanno fatto quelli che dovevano darci la nuova legge elettorale?); dai giri di parole alla maniera democristiana per salvare il posto ad un Ministro, giù giù fino a chi, pur di non tentare una strada nuova, preferisce fallire continuando per la vecchia.

Siamo sempre lì, alla paura di cambiare e ai giochetti furbi per far credere di essere avanti. Mi viene in mente Raul Cremona, nella parodia del mago Silvan, che muove le mani nell'aria e a chi gli chiede "Cosa sta facendo?" risponde "Niente, ma lo sto facendo molto bene".

Questa è l'Italia (e, ripeto, non solo) di oggi: la parodia di un illusionista.

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